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La card per gli anziani: un abile populismo ma non è la svolta

di Cristiano Gori

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20 GIUGNO 2008

Nuovo welfare, partenza non facile. La novità della carta prepagata, che assicuri ai pensionati con trattamenti previdenziali ridotti sconti sugli alimentari, ha vari limiti.
A inizio legislatura ci si attendono interventi disegnati in una prospettiva di riforma complessiva, primi passi delle modifiche strutturali necessarie alle nostre politiche di protezione sociale. L'introduzione del voucher, invece, è slegata da qualsiasi progetto d'insieme per rafforzare il sostegno ai redditi bassi e si aggiunge a un quadro già segnato da misure frammentate e poco efficaci. Con le stesse risorse si poteva avviare una riforma di sistema per l'aiuto economico alle famiglie povere o per l'assistenza agli anziani non autosufficienti - all'interno di un progetto definito e da realizzare progressivamente nella legislatura. Invece si tolgono 500 milioni utilizzabili per un tale percorso. Quando nei prossimi mesi si discuterà di riforme del welfare e si affermerà che le risorse sono poche, questi 500 milioni saranno fortemente rimpianti. Rispetto ai beneficiari, se si voleva agire a favore dei redditi più bassi, bisognava intervenire sulle persone povere di tutte le età. Il Governo Berlusconi sembra invece intenzionato a ripetere la scelta dell'Esecutivo Prodi. E cioè concentrare i propri sforzi a favore dei redditi più bassi verso i pensionati, come accadde in particolare con l'intervento dello scorso luglio. Con il rischio di ignorare i poveri non pensionati; si pensi alla diffusione dell'indigenza tra le famiglie con più figli minori, che sono però cittadini come gli altri.

Non è chiaro perché se si intende incrementare il reddito dei pensionati non si elevino direttamente le loro pensioni. L'attivazione del voucher richiederà un percorso realizzativo impegnativo, con la distribuzione negli uffici postali, la stipula delle convenzioni con gli esercizi commerciali nel territorio, e la gestione. Il voucher per i beni alimentari è stato ideato negli Stati Uniti, ed è utilizzato in alcuni Comuni italiani, non per sostenere gli anziani poveri ma con finalità assai diverse (come illustra chiaramente Luca Beltrametti in "Vouchers. Presupposti, usi e abusi", Il Mulino). Viene consegnato a persone con bisogno di assistenza e comportamenti devianti - ad esempio problemi di alcol e di droga - affinché le risorse loro trasferite siano effettivamente utilizzate per acquistare cibo o altri beni primari e non, invece, sostanze stupefacenti o alcolici.
La carta prepagata determina però vantaggi di immagine e consenso. Nell'immediato è meglio comunicabile attraverso i media rispetto al primo passo di una vera riforma, i cui effetti visibili maturerebbero nel tempo. Inoltre, un intervento direttamente legato alla fornitura di beni alimentari trasmette all'opinione pubblica un messaggio di sostegno più forte rispetto all'incremento delle pensioni. Non a caso, il voucher ideato dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti ha ottenuto grande risalto in televisione e sui giornali.

In sintesi si tratta di una misura di inefficacia certa e che toglie risorse alle riforme necessarie, ma da cui l'Esecutivo si può attendere un ritorno immediato di consenso. Ci si chiede, a questo punto, a cosa serva disporre di un'ampia maggioranza. La governabilità non è un valore in sé bensì uno strumento per costruire migliori interventi a favore dei cittadini, senza venire strozzati dalla ricerca dell'approvazione istantanea. Il Governo di centro-destra ripete qui, invece, il comportamento del precedente Esecutivo: interventi che inseguono la visibilità del momento, sprecano risorse e non cambiano la situazione (come il bonus incapienti introdotto lo scorso anno). La differenza è che Prodi non aveva una solida maggioranza.

In Italia la realtà del welfare non previdenziale od ospedaliero è grave. Le carenze nel sostegno ai poveri, alle famiglie con figli e agli anziani non autosufficienti sono enormi e non si può lasciar passare anche questa legislatura senza riforme incisive. Gli stringenti vincoli di bilancio, però, non concedono spazio a mosse sbagliate. Sulla carta prepagata non è detta l'ultima parola, dipende dal ministro dell'Economia. Ci si augura che Tremonti presenti un'altra idea per utilizzare i 500 milioni disponibili in modo più utile alle fasce deboli.

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